Omelie

Omelia di domenica 11 novembre 2007 - Per Anno XXXII - S. Martino

PER ANNO XXXII - ANNO C - 2007 (San Martino)

La solennità del santo Patrono s'impone sulla festa della domenica.
San Martino nacque in Pannonia, l'attuale Ungheria, nel 316/17 e morì a Tours in Francia l'8 novembre 397. Ne scrisse, lui vivente, la vita un suo devoto e colto discepolo, Sulpicio Severo.
Ebbe molti avversari Martino, anche tra il clero, ma la devozione al Santo si diffuse ugualmente in tutta la cristianità, dall'occidente all'oriente, con una prodigiosa velocità ed efficacia.
Una presenza rilevante il Santo la ebbe nel Patriarcato di Aquileia, da cui anche Belluno ricevette l'evangelizzazione. Un altro punto focale della precoce devozione di San Martino fu Ravenna.
A Belluno la devozione a San Martino pervenne proprio da Ravenna, portata dal vescovo Felice. Malato agli occhi, li bagnò con l'olio della lampada che ardeva sull'altare del Santo e ne ottenne la guarigione.
La vita di San Martino può essere suddivisa in tre fasi:

  • il giovane soldato e la conversione al cristianesimo,
  • la vocazione al monachesimo
  • ed il suo ministero episcopale.
  1. Tutti conoscono molto bene il Martino a cavallo che, incontrato un povero, condivise con lui il suo mantello di soldato. Un gesto, passato alla storia, raccolto dagli artisti di tutti i tempi, i quali arricchirono innumerevoli chiese di questa icona.
    Ma, sotto questo gesto ancora vivissimo e capace di ispirazione, ci stava un giovane che era alla ricerca di un suo futuro non fondato sulla forza delle armi, ma sul significato globale da dare alla vita.
    La vita è un valore che tende alla pienezza nella verità.
    Chi si scruta in profondità, si conosce sempre più.
    Più si conosce e più si ama.
    Chi si ama, gradino dopo gradino, incontra l'amore in persona che è Dio, fattosi visibile in Gesù Cristo. Di se stesso dirà:"Io sono la verità e la vita". Di Dio dirà:"...è Carità", cioè l'amore che si autogenera e, all'esterno, crea e sostiene le meraviglie dell'universo. Martino arrivò alla decisione che gli fece fare la scelta di campo: il Dio di Gesù Cristo è tutto per me. Allora io sarò totalmente suo, per mezzo di Gesù Cristo. Deposto la divisa del soldato romano, si fece militante di Gesù Cristo a tempo pieno. Indossò l'elmo della verità e impugnò la spada dell'amore di Dio e del prossimo.
  2. Votatosi a Cristo, scelse la vocazione più radicale.
    Gesù gli disse:"Seguimi!". Ed egli lo seguì in primo luogo nel deserto. Uomo di mondo, lasciò il mondo, per diventare un tutt'uno con il suo Maestro e Salvatore.
    Si fece monaco e percorse gli aspri e sorprendenti sentieri dello stare con Dio a tu per tu, fino a sentire Dio familiare e sentirsi familiare di Dio.
    Satana lo scelse come preda prelibata. Lo tentò in tutti i modi.
    Il polittico di San Martino, custodito gelosamente nella Cripta del Duomo di Belluno, narra le storie della vita del Santo, molte delle quali raffigurano la lotta contro Satana, quasi un duello corpo a corpo.
    Ciò sta a testimoniare che la santità di Martino non è sdolcinata, ma forte, perseverante, vincente, scudo in difesa dei suoi.
    La tentazione può colpire l'uomo in mille modi. Ma l'uomo, con l'aiuto di Dio, può vincere il male e far trionfare il bene.
  3. Era così grande la sua fama di monaco che il Papa lo volle vescovo. Tours, in Francia, fu la sua diocesi.
    Diocesi non facile, anche per l'infiltrazione, tra le file dei sacerdoti e dei monaci, di figure ereticali, molto influenti. Martino, come sapeva amare con struggente capacità, tutti, anche i nemici, ugualmente era lineare nel difendere la verità contro l'eresia.
    Aveva una capacità rara e universalmente riconosciuta nel riportare armonia nelle città infestate dalla discordia e nelle comunità religiose divise in fazioni.
    Morì all'insegna della pacificazione. Che oggi vigili sulla nostra Città, perché prevalga tra noi sempre ciò che unisce.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal