Omelie
Omelia di domenica 4 novembre 2007 - Per Anno XXXI
PER ANNO XXXI - ANNO C - 2007
- Racconta l'evangelista Luca: "Gesù alzò lo sguardo...".
- Gesù cerca l'uomo. Trovatolo, lo guarda intensamente, lo penetra e lo conquista.
Gesù è Dio che si è fatto visibile.
Quello che vediamo fare da Gesù, lo fa Dio in persona.
Cosa fa Dio? Dio cerca l'uomo, ogni uomo. Sempre.
Dio in questo momento alza il suo sguardo su di me, come se non esistesse nessun altro all'infuori di me.
Ciò che non è possibile a noi, neppure alla più tenera delle mamme, neppure al più intelligente degli uomini, neppure al più dotato di talenti, cioè di guardare in viso contemporaneamente più persone, il Dio di Gesù Cristo, e Gesù Cristo Dio lo fanno.
Ci credo: Dio alza il suo sguardo su di me. Sono tutto nei suoi occhi. Egli attende di essere accolto dai miei occhi. - Gesù disse: "Zaccheo!".
La Chiesa, che da Gesù ha ricevuto il potere di donare la divinità a chi crede in lui e riceve il battesimo, come prima cosa, nel rito del battesimo chiede al battezzando:"Come ti chiami?"
Poi lo chiamerà sempre per nome.
Il nome sta per persona. Non siamo numeri, pedine, ma persone.
Ogni creatura umana, fin dal concepimento, agli occhi di Dio è persona, con tutti gli onori e gli oneri, i diritti e i doveri.
La religione che trascura l'umanità non è da Dio.
Dio, nel concepito in grembo materno, infonde uno spirito immortale, l'anima, che fa di quella creatura un "io' unico e irripetibile.
Per Dio siamo un "unicum" e ci chiama sempre per nome.
Su ognuno di noi la famiglia divina disse e dirà: "Facciamolo a nostra immagine, a nostra somiglianza facciamolo" (Gn 1, 26).
- Gesù cerca l'uomo. Trovatolo, lo guarda intensamente, lo penetra e lo conquista.
- "Scendi..."disse Gesù a Zaccheo, perché "devo fermarmi a casa tua".
Zaccheo per vedere Gesù dovette salire sull'albero.
L'uomo, se vuole incontrare Dio, deve cercare, deve elevarsi.
Più l'uomo si innalza verso Dio con il pensiero, con il cuore, con le nobili aspirazioni e più Dio a lui si manifesta.
Nel cercare Dio non ci sono limiti ed innumerevoli sono le strade.
Chi appassionatamente cerca di incontrare Gesù, nel Gesù uomo vedrà il Gesù Dio, non importa sotto quali sembianze.
Incontrato il Dio di Gesù Cristo, sentiamo il bisogno di scendere entro noi stessi, di percorrere a ritroso tutta la nostra esistenza.
Scesi dall'albero della presunzione, scopriamo la strada dell'umiltà.
Il credente superbo si allontana da Dio. Più siamo umili e più portiamo dentro di noi, in casa nostra, la presenza viva di Dio.
Allora tutto è possibile, anche la conversione a Cristo.
Chi ha la pretesa di ragionare su Dio senza convertirsi a Dio, spesso abusa dei doni eccelsi ricevuti da Dio. Può arrivare all'assurda e blasfema affermazione di dire: " Dio non c'è. - Dopo l'incontro con Gesù e la sua radicale conversione, Zaccheo gli disse:"Do la metà dei miei beni ai poveri...".
Mentre i maligni stavano condannando Gesù, perché era andato a trovare un peccatore, Zaccheo in Gesù incontrò il suo medico.
Con l'aiuto di Gesù, riconobbe la sua malattia mortale e fu risanato. La sua conversione divenne un bene comune: da allora in poi la sua vita, anche i suoi numerosi talenti e la sua professione divennero strada di perfezione per lui e di benessere per tanti, specialmente per i più bisognosi.
La salvezza non sta nel criticare il prossimo, le istituzioni, la Chiesa.
Ogni struttura, anche la Chiesa, è piena di limiti e di pecche.
Ma, poiché Gesù, il santo, l'ha scelta come sua sposa, pur peccatrice, torniamo ad aver fiducia in Gesù che è presente nella fragile ma inaffondabile barca di Pietro. Lasciamoci da Essa chiamare per nome. Scendiamo dallo sgabello della presunzione di essere sempre nel giusto. Con più umiltà e convinzione, accogliamo in casa nostra quel Gesù che qui ci ha atteso, ci ha raggiunti con il suo sguardo, ci ha chiamati e ci chiede ospitalità.
Auguro a me e a tutti voi di sentire Gesù dirci:"Oggi la salvezza è entrata in questa casa".
Il parroco: don Rinaldo Sommacal