Omelie

Omelia di domenica 23 settembre 2007 - Per Anno XXV

PER ANNO XXV - ANNO C - 2007

La Parola di Dio non può essere incatenata.
La sua missione è quella di liberare l'uomo da ogni schiavitù.
Per liberare, deve godere, per sua natura, della libertà. E così è.
La Parola di Dio, quando risuona, opera per tutti e per tutto: per il singolo, per la comunità, per le istituzioni, per il passato, per il presente e per il futuro. Chi ha il dovere non solo di proclamarla, ma anche di spiegarla, mentre compie il suo delicato ministero, si accorge che, insistendo su un particolare, per forza di cose deve tralasciarne mille altri.
Così avverrà anche nel metter mano a questi brani che la liturgia ci propone oggi.
La prima lettura raccoglie e trasmette il grido del povero, ridotto in miseria ed alla fame dalla ingordigia disonesta fatta sistema.
Il vangelo riprende il discorso dei talenti ricevuti da Dio, ma usati per andare contro le leggi di Dio, soprattutto per arricchire in modo disonesto e a danno del bene comune.

  1. Non è difficile qui lasciarci attirare dalla Parola di Dio e dire qualcosa sui sistemi chiamati a guidare l'uso delle ricchezze.
    • La Parola di Dio non è contro la ricchezza, se è ben distribuita, così da arrivare, pur in proporzioni diverse, ma giusta e generosa verso tutti. I beni della terra sono doni di Dio all'intera umanità.
    • La Parola di Dio disapprova colui che va in miseria per sua colpa, o perché ozioso, o perché vizioso, o perché parassita o pigro.
    • La Parola di Dio è in favore dei poteri economici, chiamati a gestire con giustizia ed equità le politiche della produzione, del dare e dell' avere, affinché tutti lavorino per il bene comune e ad ognuno sia garantito il necessario e, possibilmente, anche l'utile.
    • La Parola di Dio dice ad ogni uomo: "Lavora, perché devi guadagnarti il pane con il sudore della fronte".
    • La Parola di Dio ai vari sistemi economici indica la strada dell'uso intelligente delle ricchezze, in modo da moltiplicarle, ma destinate al bene comune e non perché cadano, con sistemi corrotti, in mano a pochi, mandando in povertà o in miseria persone, comunità, popoli, continenti.
  2. Perché questo non accada, la Parola di Dio, per mezzo dell'apostolo Paolo, ci dice:"Si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere...". Ecco cosa manca oggi nella nostra cultura apparentemente democratica, ma spesso adulterata con germi di intolleranza. Ci troviamo ad avere esempi di personalità pubbliche che, in nome di una mal intesa democrazia, si servono della libertà di parola per dire sistematicamente contro chi di turno è al governo, non importa di quale schieramento, aizzando alla disobbedienza civile.
    Non è cristiano sposare, ad occhi chiusi, la malevolenza contro chi è al governo per volontà democratica.
    Per chi è al governo, ci dice la Parola di Dio, si deve, in primo luogo, pregare, perché ogni potere comporta forti tentazioni.
    Se preceduta e guidata dalla preghiera, e non da altre nascoste intenzioni, allora anche la critica ragionata e doverosa è un dono, fa parte della grazia e diventa un saggio uso della democrazia.
  3. La ricchezza, poi, non è solo la somma dei beni economici.
    • La moralità è ricchezza grande, mentre l'immoralità o la amoralità sono strada alla disonestà ed al degrado della civiltà.
    • La cultura è ricchezza grande e beati quanti riescono a godere nel leggere e nello studiare, entrando nelle autostrade del vero, del bello, del buono, del conoscere, del tendere alla sapienza del cuore.
    • La spiritualità è ricchezza e ce lo dicono quanti, per tendere alla perfezione, fanno liberamente il voto di povertà dalle cose materiali. Accontentato il corpo nelle sue esigenze primarie, dedicano il resto del tempo ad adorare, a nome di tutti, Dio da cui tutto ci viene in dono e per invocare da Dio misericordia, perdono, rettitudine, onestà, ogni sorta di grazie necessarie per tutti: per le singole persone che nessuno conosce, ama o aiuta, per le famiglie spesso trascurate anche dai grandi poteri, per i popoli specialmente quelli più dimenticati e dilaniati dalla fame e dalle malattie che sempre seguono la miseria. Concludendo: la fede cristiana benedice la giusta ricchezza e detesta chi arricchisce disonestamente.

Il Parroco: don Rinaldo Sommacal