Omelie
Omelia di domenica 9 settembre 2007 - Per Anno XXIII
PER ANNO XXIII - ANNO C - 2007
- Domenica scorsa il Siracide ci invitava ad essere grandi per la strada dell'umiltà e ad essere umili per fare cose grandi.
Oggi il brano della sapienza termina con una bellissima affermazione. Dialogando con Dio, l'autore ispirato afferma: "Gli uomini furono ammaestrati in ciò che ti è gradito; essi furono salvati per mezzo della sapienza".
Il brano ha per protagonisti Dio e l'uomo, l'uomo e Dio.
Tra i due esiste un inscindibile nesso di causa ed effetto.
L'uomo è l'effetto voluto da Dio. Dio ne è la causa prima ed unica.
E' piccolo l'uomo in sé, di fronte al suo Creatore.
Ma Dio l' ha voluto in crescita, capace di relazione, predisposto al dialogo, proteso a superare, con la conoscenza, la prigione della sua ignoranza, naturalmente assetato di Dio, fin quasi a sfidarlo.
Dio, come per un dolcissimo gioco, stimola l'uomo alla sfida, perché vuole che l'uomo, con la sua intelligenza, illuminata dalla sapienza, raggiunga il suo Creatore, il suo Interlocutore, fino ad arrivare ad essergli simile ed a condividerne le delizie.
Cosa imparare da tutto ciò?
Che l'uomo non ha nessun motivo per insuperbire, poiché ciò che è ed ha, tutto ha ricevuto, ma deve esserne consapevole.
E' il punto di partenza che non deve mai essere dimenticato.
Ma l'uomo, pur ontologicamente piccolo, è, però, per volontà di Dio, capace di tendere all'infinito. L'uomo, infatti, può pensare, ragionare, svelarsi, crescere, risalire alle sue origini, bussare alle porte delle sorgenti della vita.
Arrivato lassù, in forza di ciò che ha ricevuto, si sente chiamare per nome e si sente dire con affetto ed autorità: "Figliolo, ascolta!".
Dio gli parla, come un padre al figlio. Gli fa scuola di umanità.
Più ascolta la voce di Dio e più l'uomo conosce se stesso.
Più ascolta Dio e più i sentieri tortuosi della sua misteriosa esistenza si raddrizzano e diventano strade di civiltà, fondate sulla verità, sulla moralità, sulla libertà, sulla fraternità. Quand'è che l'uomo si sentirà realizzato?
Quando con il dono della sua intelligenza avrà raggiunto la divina sapienza. Cosa gli insegna la sapienza divina? Che solo conoscendo Dio, credendo in Dio e amandolo sopra ogni cosa, obbedendo ai suoi comandamenti, l'uomo si realizza in saggezza, in amorevolezza, in bellezza di rapporti fraterni, in politiche capaci di tracciare strade che avvicinano tra loro i popoli diversi, stimolandoli a costruire, con sapienza, civiltà di salvezza. - E' con questa chiave che dobbiamo passare dal Siracide a Gesù ed aprire il suo duro ammonimento che recita: "Se uno viene a me e non odia tutto il resto, non può essere mio discepolo".
Gesù è forse per l'odio? Assolutamente no, basta rileggere tutte le altre pagine che narrano la sua vita, le sue parole e le sue opere. Gesù è l'amore incarnato e vuole che tutto sia amore. Ma, non dimentichiamolo, Gesù è il Dio che ha creato l'uomo ed ha portato l'umanità alle vette della divinità. Con l'assordante imperativo "odia!", Gesù vuole fare chiarezza e non confusione. Gesù viene a dirci, e ne abbiamo tanto bisogno, che nessuno deve permettersi di occupare il posto di Dio: né il nostro io, né i nostri genitori, né le persone che amiamo più di noi stessi e con cui condividiamo tutto, né i nostri progetti di vita e di lavoro e quant'altro di importante possa minacciare il primato di Dio.
Tutto e tutti devono essere fondati sul primo dei comandamenti: "Ascolta Israele, io sono il Signore Dio tuo. Non avrai altri dei all'infuori di me". Oggi abbiamo perso la sensibilità religiosa di tale primato. Per questo ci meravigliamo che sia richiamato così prepotentemente. Ma ci dobbiamo rendere conto che tutti i mali dell'uomo sono partiti da là: nell'aver messo l'uomo ed i suoi interessi al di sopra dell'unico vero Dio. Rotto quell'equilibrio, tutto ci ritorna squilibrato. Ecco perché Gesù, il mite e l'umile di cuore, quando si tratta di ricreare l'ordine universale, ricorre a una parola così forte. Se con la mente e con il cuore professeremo il primato di Dio, torneranno a brillare, come stelle, tutti gli altri rapporti umani, come: la nostra vita, la famiglia, le amicizie, il lavoro, il benessere sociale, morale, spirituale.
Onorato lo sposo divino, anche la sposa viene divinamente esaltata.
Il Parroco: don Rinaldo Sommacal