Omelie
Omelia del 15 agosto 2007 - Assunzione
ASSUNZIONE - ANNO C - 2007
15 agosto. La tradizione vuole che sia il giorno in cui si incontrano in armonia festosa il sacro e il profano.
Lasciamo ad altre liturgie le celebrazioni profane del ferragosto.
Noi, Chiesa di Cristo, con questa solennità celebriamo la nostra umanità che, in Maria, madre del Risorto, ha conosciuto le primizie della vittoria della vita sulla morte: risurrezione e assunzione in C.
- Fu Elisabetta la fortunata voce umana che, per prima, mossa dallo Spirito Santo, proclamò Maria "madre del mio Signore".
Per questo poté aggiungere: "Benedetta fra tutte le donne e benedetto il frutto del tuo grembo".
Elisabetta affermò per prima ciò che la Chiesa proclamerà come verità di fede molto tempo dopo con il concilio di Efeso (431 d.C.):"Maria madre di Dio" (Theotòkos).
Maria, dando al figlio di Dio la sua carne, permise a Dio di farsi veramente uomo. Facendosi uomo in Maria Dio entrò nelle nostre carni.
Per volontà di Dio, in Maria, nuova madre dei viventi, tutta l'umanità divenne madre di Dio e "figlia del tuo figlio".
Dio, prendendo la nostra carne, diede tutto se stesso a noi e prese tutto di noi: ci risanò dal peccato, riparò il debito contratto con Dio, elevò l'umanità alla divinità.
Chi riceve Cristo, diventa figlio di Dio e può chiamarlo "Padre". Se Maria, oggi, viene da noi onorata come Assunta in cielo anima e corpo, possiamo concludere questa festa salutandola non con un triste addio, ma con un sicuro arrivederci. Era giusto che lei, immacolata, ricevesse subito la risurrezione dei morti, senza passare attraverso la corruzione del corpo.
Noi, nati nel peccato e vissuti anche peccando, dovremo deporre nella terra ciò che è stato corrotto dalla colpa. Ma l'Assunzione di Maria è profezia della nostra risurrezione finale. - Maria ci porta a Gesù, il frutto benedetto del suo seno.
Dice l'Apostolo: "Se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo".
Ecco perché Elisabetta aveva ben donde per definire Maria "benedetta". Chi è quel Gesù, a causa del quale riceveremo "la vita?". E' l'eterno figlio di Dio, ma che nel tempo divenne il figlio di Maria.
Perché noi potessimo salire in cielo, Dio non disdegnò di scendere e farsi uomo, prendendo la natura di servo e addossandosi ogni nostra colpa.
Noi possiamo aspirare alla vita eterna, perché Dio si fece uomo, perché Maria ne divenne madre, perché Gesù fu di parola: "obbediente fino alla morte e alla morte di croce". - Apocalisse, attraverso immagini e simboli, narra la storia del creato, il gigantesco conflitto tra il bene e il male, la finale vittoria di Dio fattosi uomo per mezzo di donna.
La sacra simbologia ha sempre qualcosa da rivelare, ma ha molto di più da svelare. Chi ha sete di conoscere Dio e di conoscere l'uomo e la sua vocazione, si avvicini alla Parola di Dio che è capace di dissetare fino all'ebbrezza, ma ancor più di aumentarne la sete. Ecco i simboli che Apocalisse presta a questa solennità.- La donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi e sul capo una corona di dodici stelle.
Molteplici sono le interpretazioni.
La donna: è l'umanità come uscì dalle mani del Creatore? E' l'umanità degli ultimi tempi?
Certamente è anche immagine della vergine Maria, rivestita di grazia, che poggiando il suo piede sulla luna, schiaccia il capo del serpente e porta salvezza alla terra, passando attraverso la mediazione dell'antico e nuovo popolo di Dio, fondato sulle dodici tribù d'Israele e sui dodici apostoli. - Chi è il drago e cosa vuole? E' la disobbedienza a Dio delle creature angeliche e terresti che fanno corpo e diventano un regno temporale, una potenza grande, godendo della libertà che Dio concede a tutti. Lo scopo è quello di sovvertire il progetto di Dio e di sottomettere l'uomo. Conflitto permanente. Quale il finale?
La grande vittoria dell'umanità redenta in Cristo, figlio di Maria.
- La donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi e sul capo una corona di dodici stelle.
Il Parroco: don Rinaldo Sommacal