Omelie
Omelia di domenica 29 luglio 2007 - Per Anno XVII
PER ANNO XVII - ANNO C - 2007
- La pagina che narra la distruzione di Sodoma e Gomorra, città emblema dei mali morali degli uomini, soprattutto dell'immoralità delle istituzioni, è una pagina famosa e forte.
Circa un anno fa, la nostra Forania avviò l'iniziativa di interrogare alcuni personaggi biblici, perché avessero da diventare per noi faro di pastorale.
La prima lezione fu svolta da un giovane salesiano, don Michele, che illustrò la figura di Abramo.
Per rafforzare la sua parola, il sacerdote chiamò un anziano signore a portare la sua personale esperienza.
Vale la pena riascoltarla e, se possibile, con libertà, farla nascere spontaneamente e farla vivere tra noi.
Un parroco della città di Bassano, subito dopo la seconda guerra mondiale, leggendo e rileggendo la odierna pagina su Abramo, che ebbe un coraggio straordinario nel chiedere a Dio di ritirare il castigo su Sodoma e Gomorra, capì che Dio è disposto ad esaudire l'intercessione di Abramo e di chi, come Abramo, Gli chiede di sospendere quei castighi che gli uomini si tirano addosso con la loro condotta immorale.
Si disse quel parroco:"Abramo da solo non fu sufficiente. Ma se a Sodoma e Gomorra ci fossero stati dieci Abramo, Dio avrebbe salvato quelle Città, quel popolo e quelle istituzioni".
Decise di parlarne ai suoi parrocchiani e di chiedere che, spontaneamente, facessero sorgere dei gruppi di dieci persone con l'impegno di riunirsi periodicamente per intercedere con la preghiera per la loro Città, il loro paese, la loro comunità, le loro istituzioni civili e religiose.
Nacque così l'iniziativa che va sotto il nome "E SE DIECI", l'ultima frontiera per una efficace intercessione presso Dio in favore del prossimo.
A Bassano da allora sono sorti spontaneamente, tra amici, numerosi gruppi di dieci persone chiamati "e se dieci".
I frutti di tale intercessione, a detta del relatore, sono evidenti.
Perché non fare nostra questa bella e facile iniziativa? - Una cosa dobbiamo tutti imparare dall'episodio biblico oggi proclamato ed ascoltato: che Dio è ben disposto verso tutti, peccatori compresi, ma domanda che ci sia chi intercede in favore del prossimo, soprattutto di quanti sono prossimi al suicidio morale che consiste nell'abbandonare Dio, coscientemente rinnegarlo, calpestare le sue leggi morali uccidendo, fomentando discordie, odiando, accendendo guerre, scegliendo come sistema l'illegalità, facendo dell'egoismo e della ricchezza personale la legge suprema della propria vita, inventando strade per evadere sistematicamente ai propri doveri fiscali o di categoria, predicando la disobbedienza civile verso ogni istituzione e autorità: genitori, insegnanti, amministratori, governanti, Chiesa...
- C'è la possibilità di salvare le nostre comunità dal degrado morale, riportandole alla dignità voluta dal Creatore e dalla natura risanata? Sì ed è attraverso la preghiera.
Ce lo dice Abramo.
Lo insegnò ex cattedra Gesù consegnandoci il "Padre nostro", la più perfetta e potente preghiera di intercessione.
Non ci si rivolge a Dio al singolare.
Ci deve essere anche il momento della preghiera individuale quando, rinchiusi nella propria stanza, si può pregare Dio per i personalissimi bisogni.
Ma il culmine della preghiera è quella comunitaria e liturgica. Quando è la comunità che prega, allora la comunità diventa un noi, un moltiplicarsi di quei 'dieci' di cui parla Abramo e diventa potente. Quando è la comunità che prega, è Gesù che prega con la comunità.
E' allora che"chi chiede ottiene" assicura Gesù.
Prima di fare dei distinguo, per capire quali devono essere le domande giuste, è bene che entri in noi la certezza che non viene da noi, ma dalle parole di Gesù:"Chiedete e vi sarà dato".
Ecco allora l'urgenza di capire la potenza della preghiera.
Le buone opere dell'uomo sono utili.
Ma l'onnipotenza del credente si manifesta nella preghiera.
Il Parroco: don Rinaldo Sommacal