Omelie

Omelia di domenica 24 giugno 2007 - S. Giovanni Battista

SAN GIOVANNI BATTISTA - ANNO C - 2007

  1. "Tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni", disse l'angelo Gabriele al sacerdote Zaccaria.
    "All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre. Ma sua madre intervenne: "No, si chiamerà Giovanni". Il padre Zaccaria confermò:"Giovanni è il suo nome" Del nome e della personalità di Giovanni oggi è piena la liturgia.
    Perché tanta solennità nello scegliere il nome?
    Ci viene incontro la prima lettura, dove il grande Isaia profeta dice al mondo intero:"Il Signore fin dal seno materno mi ha chiamato, fin dal grembo di mia madre ha pronunziato il mio nome".
    La festa di San Giovanni Battista, insistendo sul suo nome, ci induce a una prima riflessione.
    Cosa significa per un genitore scegliere il nome del proprio figlio? Un tempo, con il nome dato ai figli, si voleva perpetuare la memoria dei propri cari defunti.
    Il cristianesimo degli albori, ispirato anche dal alcune scritture veterotestamentarie, suggeriva dei nomi che avessero da predire il futuro dei figli.
    In seguito si diede ai battezzandi il nome di un santo, soprattutto di un martire, per averlo come patrono.
    In un recentissimo passato, non del tutto scomparso, in clima di secolarizzazione, si scelsero nomi di personaggi per un attimo famosi, ma, che, a distanza di anni, risultarono come ingombranti francobolli appiccicati ad una persona per tutta la vita. Oggi sono ritornati di moda nomi puliti, belli, ricchi di figure esemplari tra i santi e non.
    Ma la liturgia di san Giovanni, e, in particolare, la liturgia del battesimo, dove il primo rito è l'imposizione del nome, ci fanno capire che il nome può diventare un simbolo sacramentale che ci porta ai piani superiori della vita dell'uomo. Scegliere per un figlio il nome significa prendere coscienza che quella creatura non è un oggetto, non è un gioiello di famiglia, non è una proprietà privata dei genitori, fratelli e nonni, non è un giocattolo da programmare secondo i desideri altrui...
    Il nome sta a dire che quel bambino è una persona umana, chiamata alla vita da Dio fin dall'eternità, fin dal grembo materno.
    Nessuno è ripetizione di altri.
    Ognuno è una novità, ma deve essere messo nelle condizioni di saperlo e di poterlo divenire.
    Genitori, famiglia, società... non devono impossessarsi dei figli, ma offrire loro i mezzi spirituali, morali e materiali, perché ognuno scopra la sua vocazione e la possa realizzare.
    Giovanni, educato, capirà che non dovrà vivere per sé, ma per mettersi a servizio di Dio e del popolo, preparando le strade al Messia. Ogni persona è chiamata a scoprire la sua strada.
  2. "Che sarà mai di questo bambino" si chiedevano tutti i parenti. Ben lo sapeva il Signore.
    Zaccaria ed Elisabetta immediatamente si misero a favorire ed a rispettare la vocazione del figlio.
    "Che sarà del nostro figlio?" dovrebbero chiedersi tutti i genitori. Se c'è un rischio assai presente oggi nell'educazione dei figli è la tentazione di far fare ai figli le scelte che piacciono ai genitori.
    E' giusto? No.
    Sappiamo i genitori e gli educatori che maturità porta a libertà e che non c'è scelta veramente libera senza maturità.
    Ce lo confermano i fallimenti matrimoniali.
    Ma oggi siamo capaci di far maturare i figli, con dolcezza e fermezza, fino a vederli imprenditori di libere scelte di vita, e professionale, e affettiva, ma anche più ardite come quelle votate al servizio disinteressato nel sociale, nel politico, nello spirituale?
  3. "Io non sono ciò che voi pensate che io sia" disse il Battista. Giovanni ebbe il coraggio di resistere alle lusinghe del successo.
    La gente lo avrebbe fatto anche messia, anche re.
    Grande lezione la sua a tutti, soprattutto a chi è un "qualcuno".
    Ci insegna a rimanere fedeli alla scelta di fondo, anche quando si sarà tentati dal successo o dalla popolarità.
    "Signore, ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio" (sl 139).

Il Parroco: don Rinaldo Sommacal