Omelie
Omelia di domenica 6 maggio 2007 - Pasqua V
PASQUA V - ANNO C - 2007
Cime luminose e panorami invitanti ci offrono le tre letture. Coglieremo da ognuna di loro un raggio di verità, perché si traduca in programma di vita.
- L'andare, il predicare il vangelo, il conferire i sacramenti, il fondare comunità, il costituire i presbiteri, il ritornare alla Chiesa Madre e il riferire i frutti della missione..., questa era la prassi pastorale degli apostoli di Gesù e dei primi cristiani. E' un modello sempre attuale, anche se ci possono essere prassi pastorali diverse. L'essenza del cristianesimo consiste nell'accogliere la Parola di Dio, rinascere figli di Dio nel battesimo, comportarci di conseguenza da persone che hanno la chiamata alla santità, ricevendone i mezzi per realizzarla, migliorando la qualifica di cittadini del mondo. Essere cristiani non è un fatto privato. Il cristiano scopre che tutto è dono. Il dono si realizza se si fa dono, anzi si centuplica. Se lo rinchiudo con egoismo nel mio privato, il dono si corrompe e perisce. Il cristianesimo è un dinamico patrimonio di grazia fondato sul dare e ricevere, ricevere e dare. Se ciò avviene, i frutti si vedono immediatamente nei diversi campi: spirituale, morale, culturale, sociale, economico, politico. Tra cristiani, le diversità non sono date per il combattimento e la sopraffazione, ma per provocare la provvidenziale moltiplicazione dei pani e dei pesci, cioè dei valori e dei servizi. Questo è il messaggio che il cristianesimo vuole trasmettere all'umanesimo, a quell'umanesimo che si temporalizza, in modo autonomo, in strutture e servizi sociali, economici e politici.
- Quando il cristianesimo è vissuto integralmente, si avvera quello che Apocalisse profetizza. Dice la rivelazione cristiana all'uomo: non tentare di costruirti "babele", una città solo a misura d'uomo, come sfida a Dio o senza Dio. Accetta, invece, di collaborare con Dio da cui tutto ricevi. Dio, che nulla toglie e tutto dona, benedice la libertà, la intraprendenza, l'inventiva, la laboriosità degli uomini. Dio non è mai contro l'uomo. L'uomo sappia che Dio gli è fortemente e sempre favorevole. L'uomo non vada mai contro Dio, non ascolti i cattivi consiglieri, non rincorra ai profeti di menzogna. Dio è con tutti gli uomini. Anche gli uomini siano tutti con Dio. Quando gli uomini sono con Dio, sono in pace tra di loro. Allora vedremo le nostre radici mortali rivestirsi di immortalità e la nostra città terrena rivestirsi di divinità. Uomini! Mai contro Dio. Mai contro i fratelli. Sempre alla ricerca di comunione, offrendo per il bene comune i propri talenti.
- Ma quale sarà la legge infallibile che guiderà l'uomo a essere in piena intesa con il fratello e con Dio? Tutti i valori sono importanti, soprattutto la verità. Ma anche la verità, se spezzettata in piccole verità, selezionate dall'opportunismo, può diventare spada che uccide, anziché tassello che edifica comunione e salvezza. Chi allora può dire alla verità:"Sei per salvare e non per uccidere? Sei per convertire e non per punire? Sei per illuminare e non per accecare?" Ecco fare il suo ingresso solenne, unico su tutti, il principe dei comandamenti. Ascoltiamolo dalla bocca di Colui che fa quello che dice, Gesù. "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli". Parole che non hanno bisogno di commenti, ma solo di ascolto profondo, che penetra la mente, il cuore, le viscere, tutto l'essere della singola persona, della Chiesa, dell'umanità. Prima di dirlo agli altri, ognuno lo ascolti per sé. La Chiesa, che oggi è la bocca di Cristo, abbia il coraggio di dirlo a tutti, ai cristiani in primo luogo, ma a ogni uomo di buona volontà: questo salva il mondo: l'amore fraterno.
Il Parroco: don Rinaldo Sommacal