Omelie
Omelia di domenica 8 aprile 2007 - Pasqua
PASQUA - ANNO C - 2007
- L'apostolo Pietro, dall'alto del suo ministero di successore di Cristo e capo della Chiesa, testimone di tutte le cose da Gesù compiute, ci chiede:"Conoscete ciò che è accaduto... cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret... Lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse... a testimoni prescelti da Dio?".
La nostra risposta è: "Sì, conosciamo tutto questo".
E' da una vita che sentiamo parlare di Gesù:
che è il Messia promesso; che è il figlio di Dio fattosi uomo; che è nato a Betlemme; che predicò il suo vangelo per tre anni; che si scontrò con la concezione che avevano del Messia le autorità religiose di Gerusalemme; che, proprio per questo, è stato, prima contestato, poi catturato e con false testimonianze giudicato reo di morte, quindi crocifisso sul Calvario e sepolto nel vicino giardino, ma che il terzo giorno risuscitò da morte e apparve "a prescelti testimoni", che potessero garantire la storicità dei fatti.
Questa cronistoria su Gesù potrebbe raccontarla ognuno di noi. - "Visto che lo sapete, insiste Pietro, cosa è cambiato in voi?".
Più lo conosciamo e più siamo coscienti che Gesù risorto, da parte sua, è di una disponibilità commovente e immensa.
Si lascia interrogare dagli ignoranti, si fa trovare da chi lo cerca, torna sconosciuto a chi lo abbandona, si lascia catturare, condannare, flagellare e crocifiggere dai Giuda, dai Pilato, dagli scribi e farisei di turno. Tace quando lo facciamo tacere e scompare come morto quando la sua presenza ci dà fastidio, pronto a risorgere splendente quando, rinsaviti, torniamo a cercarlo. - La Pasqua è un valore in sé. Non esiste solo per chi ci crede.
I suoi frutti ci sono anche per chi la nega, la combatte.
Invano, quindi, si accaniscono contro il Risorto alcuni scrittori, che presentano un Cristo falso, ma ghiotto per una certa categoria di lettori morbosi. Non furono e non saranno questi interessati untorelli a cancellare dalla storia il Risorto.
Fanno parte di chi lo vende per guadagnarci su. Ma i trenta denari che riscuotono, quale compenso dei loro tradimenti, non sconfiggono la verità, né li fa felici. Giuda s'impicca da sé. Gesù è morto causa loro, ma anche in loro favore.
Gesù perdona ai suoi crocifissori, dicendo al Padre:"Non sanno quello che fanno". Se pentiti, il Risorto sarà la loro risurrezione. - Con la risurrezione, il Gesù della storia divenne il Gesù della fede, il nostro Gesù. Il Gesù della fede, oggi come allora, si lascia cercare, seguire, perseguitare, abbandonare, mettere in croce, uccidere. Non si difende con la spada, ma con la verità.
Il Gesù della fede è più vivo che mai ed è capace di dire a chi lo dimentica: "Io no"; a chi lo ama: "Io di più"; a chi si vergogna di lui:"Io sono orgoglioso di te"; a chi lo perseguita: "Ti perdono"; a chi lo cerca:"Eccomi. Vengo a casa tua".
Tutti noi, senza saperlo, siamo portatori di Cristo: o creduto, o amato, o dubitato, o perseguitato, o ucciso, o sepolto, o risuscitato.
Come sarebbe bello che tutti gli sposi concepissero coscientemente i loro figli nella fede di Cristo risorto.
E' triste pensare che si possa concepire con Dio, ma senza Dio.
I bambini respirano il clima familiare: credono e pregano se il padre e la madre credono e pregano, altrimenti no.
I nostri ragazzi, grazie al catechismo, vedono accendersi tutte le luci su Gesù. Scoprono ed esperimentano che Gesù è la luce.
Molti adolescenti e giovani, attratti dalla loro psicologia che li getta alla miope ricerca di un immediato e di un fuggevole, facilmente perdono i contatti con il loro amico Gesù. Giunti ai confini dell'età adulta, quando stanno per scegliere il matrimonio, spesso lo riscoprono. Gli adulti, pressati da tensioni, da mansioni, da preoccupazioni, rischiano di svuotarsi di Gesù. Non pochi si allontanano da Lui. Alcuni perfino lo sentono come un fastidio.
Ci sono persone che durante la vita, nella buona come nella cattiva sorte, mai hanno ripudiato Gesù, né Gesù li ha delusi.
Costoro sono la linfa vitale che fa scorrere nelle vene dell'intera umanità la vittoria della vita sulla morte e donano al mondo il Risorto. Cerchiamo di essere tra costoro.
Buona Pasqua a tutti, credenti e non credenti.
Il Parroco: don Rinaldo Sommacal