Omelie

Omelia di venerdì 8 dicembre 2006 - Festa della Parrocchia

Festa dell'Immacolata Concezione e festa invernale della Parrocchia

Entrando da Lei disse:"Ti saluto o piena di grazia, il Signore è con te".
E' il messaggio celeste che Dio rivolse a Maria.
Noi, comunità che ha per patrona Maria, con i titoli di Nostra Signora di Loreto e di Assunta in Cielo, prendiamo dalle labbra dell'Arcangelo le stesse parole e coralmente la salutiamo:"Ave, piena di grazia". (ripetete!)
Il perché ben lo sappiamo e lo riascoltiamo da Gabriele: "Concepirai un figlio, lo chiamerai Gesù, sarà chiamato Figlio dell'Altissimo...".
Al "come è possibile?" di Maria, ecco la risposta, valida sempre e in ogni luogo per chi ha fede:"Nulla è impossibile a Dio".
Non fu impossibile che una giovane donna concepisse, partorisse, educasse il figlio di Dio.
Non fu impossibile che la maternità di Maria passasse alla Chiesa, la nuova Madre di Dio che nel tempo e in ogni luogo continua a concepire, partorire e far crescere a Dio nuovi figli.
Da noi, la nuova Madre di Cristo, si chiama Chiesa di Belluno-Feltre, si chiama Comunità Duomo-Loreto.
Se ogni Chiesa ha bisogno della sua Nazaret dove generare nuovi figli a Dio, da cui i vari nomi delle singole Chiese locali, ogni persona umana, presente in quel luogo, ha la sua personale chiamata alla Chiesa, può rinascere Chiesa e può generare Chiesa.
Nella Chiesa tutto concorre all'unità, per cui nella Chiesa predomina l'idea di "corpo", di "famiglia", di "comunione". Ma non ci sarebbe unione se non ci fosse pluralismo e accoglienza.

  • Il pluralismo delle età, dai neonati, ai bambini, ai giovani, agli adulti, agli anziani.
  • Il pluralismo dei sessi, per cui la Chiesa ha cure amorevoli verso l'uomo e la donna. Maschi e femmine sono chiamati a donare alla comunità, nel modo più ricco, splendente e pulito, il volto maschile e femminile di Dio. Il sesso, valore eccezionale e insostituibile, va liberato dalle malattie dell'egoismo umano.
  • Il pluralismo delle culture, delle professioni, dei ruoli, dei servizi, causa di divisioni se non condotti a capire che le diversità devono accogliersi reciprocamente, se vogliono essere forze centripete di comunione e non centrifughe.
  • Il pluralismo delle razze, delle lingue, delle nazionalità, poiché da sempre le nostre sacre scritture profetizzano una Chiesa che va in tutto il mondo e a cui confluiscono i popoli di ogni razza e nazionalità, con la ricchezza delle loro culture, degli usi e costumi.
    E' adulta quella Chiesa che sa accogliere senza paura le diversità e non si rinchiude a difendere la sua unicità, sinonimo di uniformità, di integralismo, di autarchia, di immaturità, di debolezza.
    E' adulta quella comunità cristiana che, accogliendo, non perde la sua identità e chiede all'ospite non di imporsi, ma di proporsi con rispetto e con la forza generante del dialogo, nella pace.
  • Il pluralismo "ad intra" suppone anche la capacità di attuare delle riforme che valorizzano, non la dispersione dei fedeli in gruppuscoli ma la loro unificazione, anche a costo di rinunciare a qualche messa comoda, a qualche banco con il proprio nome, accettando di buon animo qualche piccolo disagio per cambiamento di abitudini, di orari e di luogo, allo scopo di diventare sempre più famiglia.
    "Meno messe e più messa" è lo slogan spesso ripetuto, ma inevaso.
    Siamo certi che Duomo-Loreto, già terra privilegiata per numero di messe festive, non farà rivoluzioni per contestare la scelta di sopprimere la messa delle 9.30 a Loreto, in nome del cammino sinodale che vuole ridonare visibile unità al corpo di Gesù.
    Più saremo uniti, e più lo vedremo affascinante e gratificante. La novità entrerà in vigore dopo l'Epifania.
    Non è per il gusto di imporre sacrifici che facciamo le riforme, ma per favorire la visibilità della Chiesa che, più accoglie e più è accolta; più è unita e più unisce; più è gioiosa anche nei sacrifici e più converte alla speranza, virtù spesso assente dai nostri volti di figli di Dio.

Ecco la parola d'ordine di questa festa, di questa giornata, ma anche di questa comunità oggi, domani e sempre:
ACCOGLIENZA. "Come siamo preziosi ai tuoi occhi o Signore!"

Il Parroco: don Rinaldo Sommacal