Omelie
Omelia di domenica 26 novembre 2006
CRISTO RE - ANNO B - 2006
Un anno fa, con l'Avvento, iniziammo a raccontarci Gesù di Nazaret, partendo dalla sua nascita. Oggi, a conclusione della sua missione e in attesa del suo ritorno ultimo, lo proclamiamo Re.
Prima di essere una ascesa verso il trono, il più alto in assoluto, quella di Gesù fu una discesa senza limiti entro le viscere del creato.
Alla conclusione della sua vicenda terrena, Gesù viene a dirci ancora una volta che non c'è altezza vera se prima non ci fu l'abbassarsi fino a raggiungere l'infimo dei propri simili.
Diventerà il re di tutti gli uomini solo colui che tutti servì.
Prima di insegnare queste verità, Gesù le visse, fino al paradosso, quando, per servire l'uomo, scelse per trono la croce e, per emblema regale, una corona di acutissime spine.
Di domenica in domenica, durante tutto l'anno liturgico che oggi si conclude, abbiamo cercato di raccontare il vero Gesù di Nazaret.
Mi permetto di tracciare un piccolo indice, per richiamare i vari capitoli con cui quest'anno abbiamo fatto memoria di Gesù.
- A Natale dicemmo che Gesù, il figlio di Dio fattosi uomo, accettò la inaudita umiliazione ontologica.
Era Dio. Era l'autore dell'uomo. Era il Signore dell'uomo.
L'uomo stava ai suoi piedi e all'uomo avrebbe potuto chiedere l'obbedienza cieca e assoluta, senza scusanti di sorta.
Invece, ecco la strabiliante sorpresa, mai capita a sufficienza: il Creatore amò e ama la sua preditella creatura di nome uomo.
La ama così tanto da chiedere di diventarle simile.
Una somiglianza non di facciata, ma attraverso l'incarnazione.
Una purissima fanciulla di nome Maria accettò la sfida divina e offrì a Dio, non senza sublimi e pure verifiche, il suo dono materno: accolse il Verbo di Dio e generò l'uomo-Dio, il Dio-con-noi. - Il Dio bambino, chiamato Gesù, crebbe nel nascondimento.
Fin quando tacque, imperarono quanti volevano un Dio su misura, un Messia che fosse obbediente all'uomo, per poter impunemente prendere, in nome di Dio, il posto di Dio.
Quando, trentenne, ricevette dal divin Padre il compito di manifestarsi, dopo alcune epifanie profetiche, (come la visita dei Magi, la presentazione al tempio, la disputa con i dottori a dodici anni), Gesù scese nel Giordano e chiese il rito del battesimo. - Il Padre, che nel più assoluto silenzio lo aveva inviato sulla terra, pubblicamente lo proclamò "mio figlio" e ordinò: "Ascoltatelo".
Da allora Gesù non cessò di manifestarsi e di manifestare il grande progetto, tutt'ora attualissimo, con cui ci fa capire che, come Lui e il Padre sono una medesima cosa nell'amore, così per amore devono diventare una cosa sola Dio e l'uomo e gli uomini tra loro.
L'unica legge che Gesù propone e impone agli uomini è l'amore.
Tutta la sua opera di salvezza è la costante incarnazione nella storia dell' "Amor che tutto muove".
E, perché la sua dottrina non rimanesse parola arida e sterile, Gesù, l'obbediente all'amore di Dio, per amore non dubitò di immolarsi per chi l'ha offeso, fino alla morte e alla morte di croce. - "Per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni altro nome".
Per questo "nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sottoterra". (Fil 2, 6-11)
Per questo chi, approfittando della sua mitezza, lo tradisce, ritenendolo un debole e un attendista, se non si convertirà in tempo, si accorgerà di aver scritto di suo pugno la propria sconfitta e la propria condanna.
Tutti, alla fine, piegheranno le ginocchia della mente e del cuore di fronte a Gesù, riconoscendo di essere da lui stati serviti per tutta la vita e lo proclameranno Re.
Pilato, incapace di reggere davanti alla verità, a nome di tutti i dispotici e indegni detentori di un qualche potere, davanti a questo disarmato disarmante, si difende con un inquietante interrogativo: "Dunque tu sei re?".
Gesù, che tacque davanti alle più infamanti calunnie, di fronte a quel "dunque tu sei re", senza esitare un istante, con autorità rispose: "Tu lo dici!". Ma subito precisa: "Il mio regno non è di quaggiù". Vogliamo diventare i cittadini di questo nuovo Re?
La strada è tracciata. Con domenica torneremo a raccontarci Gesù.
Il parroco: don Rinaldo Sommacal