Omelie

Omelia di domenica 19 novembre 2006

PER ANNO XXXXIII - ANNO B - 2006

Come affrontare la pagina evangelica odierna, che parla, non di una delle tante fini, ma della fine per antonomasia, che noi, pragmatici, chiamiamo la "fine di questo mondo?".
Mi lascio guidare dalla seconda lettura, che ci presenta Gesù, il sommo sacerdote, che ha il compito, alla fine dei tempi, di condurre a Dio il creato, gli uomini individualmente presi, la storia nel suo insieme, dopo aver purificato il mondo dal peccato e cristificato l'uomo, e con l'uomo, la creazione; e di inaugurare i nuovi cieli e la nuova terra. Sarà la pasqua di morte e di risurrezione della storia.
Se l'uomo, se il creato sono i protagonisti della storia, da elevare da profana a sacra; se il tempo ha ricevuto da Dio il potere di partorire un nuovo futuro, che avrà il sapore di un eterno presente, chi sono, allora, i veri protagonisti di questo nascere, crescere, purificarsi, redimere, elevare, rinascere di un mondo nuovo?
Comprotagonisti siamo certamente anche noi.
Il protagonista assoluto è Dio. Non un Dio inanimato, freddo, passivo, imperturbabile, un tutt'Altro da noi, inacessibile.
Il Dio, rivelato da Gesù Cristo, è un Dio fecondo di amore e di amorevolezza.
Dio non vuol godere da solo il frutto del suo amore fecondo, origine delle divine persone, ma vuole partecipare a una miriade di altre creature la gioia dell'esistenza e l'accesso agli stessi gaudii divini, per tutta l'eternità.
Andiamo con ordine.

  1. Dio Padre, per quanto riguarda la sua azione, che i teologi chiamano "ad extra", ha dato al Figlio il potere di creare dal nulla tutte le cose e portarle a salvezza.
    Il Figlio di Dio, obbediente al Padre, ha tratto dal nulla e conserva in essere il creato, guidando con intelligenza la sua evoluzione.
    Lo condurrà, non verso il nulla, ma verso una perfezione superiore, il vero scopo della creazione e della sua incarnazione.
  2. Il Verbo di Dio, in obbedienza al Padre, è pure l'autore del capolavoro dell'universo, l'uomo.
    Lo fece in modo mirabile e insuperabile. "Che cos'è l'uomo perché tu te ne ricordi?" (sl 8,5). Solo Dio poteva immaginarlo così.
    L'uomo: una unità sostanziale di materia e di spirito, condivisa tra maschio e femmina, capace di pensare, volere, decidere in libertà.
    Capace di generare e di darsi una discendenza.
    Capace soprattutto di dare a Dio un corpo, perché Dio stesso, cioè il suo autore, il Verbo, potesse farsi uomo.
    A quale scopo?
    Per elevare l'uomo alla dignità di figlio di Dio.
  3. Ma ci fu la ribellione originale dell'uomo: una vera catastrofe!
    Fu una prova più per Dio che per l'uomo.
    Il Verbo superò la prova. Si fece uomo. Salvò l'umanità con la redenzione. Per redimerla, si fece sacerdote e vittima sacrificale, allo scopo di riparare l'offesa a Dio, di risanare l'uomo e rimetterlo in corsa per il fine superbo per cui fu creato: diventare come Dio.
  4. Non è tutto. Il profeta Daniele parla, nel suo brano, di Michele e di tutti i divini messaggeri, che noi chiamiamo angeli.
    Sono persone, sono puri spiriti, stanno tra Dio e l'uomo.
    Sono creati. Non sono generati. Non sono generanti.
    La teologia sugli angeli non è così forte da emettere verità di fede. In ogni caso, pur ignorando la loro natura, sappiamo che gli angeli esistono. La Chiesa li classifica così: angeli, arcangeli, cherubini, serafini, troni, dominazioni e potestà.
    Da una parte sono partecipi del dono della creazione, dall'altra sono il più alto canto di gloria e di ringraziamento al Creatore.
    La Chiesa insegna che Dio, quando soffia lo spirito di vita in un nuovo concepito, gli affida anche un angelo custode.
    La fine dei tempi presenti, che il genere apocalittico descrive con tinte drammatiche e paurose, in realtà sarà il tripudio della più insolita e ricca orchestra di suoni e di voci.
    Mi piace immaginare che, al giudizio universale, accanto ad ogni uomo, ci sia il suo angelo custode che gli farà da avvocato difensore.
    Centro del creato, della storia e dell'umanità ci sarà Cristo Re.
    Sarà sancita la finale e definitiva vittoria di Cristo sul potere delle tenebre e di tutti i suoi possibili artefici.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal