Omelie

Omelia del 26 giugno 2016 - PER ANNO XIII (Anno C)

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Noi siamo, o dovremmo essere, i perenni discepoli del nostro Maestro Gesù. Egli parlò, spesso con linguaggio difficile per le nostre orecchie, per mezzo dei profeti. A loro volta i profeti vetero-testamentari, con la loro formazione religiosa e la loro cultura, rendevano più o meno bello, chiaro e formativo il messaggio che ricevevano dalla divina Sapienza. 

Ma anche il magistero di Gesù, Egli Parola di Dio, è spesso un incrocio pieno di indicazioni tra loro con la dinamica della tesi e della sua antitesi. La tesi fondamentale, presente anche in tutto il Vecchio Testamento, pietra d’angolo unica del vangelo di Gesù è quello che abbiamo sentito affermare con forza dall’apostolo Paolo che scrisse ai Galati e oggi invia a noi. Dopo aver fatto parecchie e impegnative affermazioni, Paolo proclama  l’unico ed eterno precetto, uscito dalla Divina famiglia e il solo che fonda, nutre e salva la famiglia umana e ogni singolo suo membro.

Quale il precetto? Eccolo! Ma viene detto solo a chi ha orecchi per capire e voglia di attualizzare, mettendosi in discussione. Dice Paolo: “Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”.

Ma ecco che, contro il magistero insuperabile della rivelazione divina, spunta e spesso impera la legge dell’egoismo individuale, o di gruppo o di massa. Può cascarci entro anche chi apertamente si dichiara cristiano. Sono i vandali dell’amore verso il prossimo, che hanno sposato, non il vangelo, ma una ideologia, spesso sbandierata come cristiana e che fa proseliti. Approfittano delle crisi esistenziali, per ricevere consensi, spesso anche politici, che condizionano le leggi del precetto universale dell’amore. Un esempio è la reazione scandalosa dei due fratelli Giacomo e Giovanni, che chiesero a Gesù di mandare un fuoco dal cielo che abbia da consumare il villaggio dei samaritani, che non volevano ricevere Gesù. Come rispose Gesù? “Si voltò e li rimproverò”.

E’ facile amare come Gesù, quindi come Dio comanda? Assolutamente no. Esempio concreto:le difficoltà di venire incontro a tutta quella marea di profughi! Difficoltà che incontrano soprattutto quelli che vogliono essere tra coloro che amano tutti, ma con i mezzi e i modi, sempre inadeguati, che le impetuose circostanze suggeriscono. La prima lettura parla di Elia, che sta per lasciare la terra e la sua straordinaria missione profetica.

Ma vi ricordate dell’Elia in crisi? Aveva predicato strenuamente il Dio vero, ma il potere politico e i vizi del popolo lo costrinsero a sonore sconfitte, al punto che ebbe la tentazione dei disperati: voltare le spalle alla missione e fuggire. Entrò in una grotta per lasciarsi raggiungere dalla morte, vista come l’unica medicina. Dio, con gli occhi rivolti a suo figlio, il futuro predicatore dell’amore universale, vittima lui stesso dell’anti amore, lo visita, lo incoraggia e gli dà la gioia di completare la sua meravigliosa missione. Oggi a noi viene rivolta la pagina sconcertante del vangelo. Non scoraggiamoci! Dio c’è!

don Rinaldo Sommacal