Omelie
Omelia del 31 marzo 2013 - Pasqua (Anno C)
Pasqua! Sublime complicità tra il Cielo e la Terra. Tuffo di Dio nel Creato. Tuffo del Creato in Dio. Passione, crocifissione morte e risurrezione di Cristo: l’uomo-Dio che penetra così in tutti noi, mortali, per portarci alla risurrezione.
Pasqua, la storia che viene purificata e nobilitata. Il peccatore è redento ed il giusto viene esaltato.
Pasqua: un invito rivolto a tutti di rientrare nell’Eden per lasciarci innestare nel legno della croce, bagnato dal sangue di Cristo e ridiventato l’albero della vita. Tutti siamo chiamati a lasciarci innestare, come tralci, a quella vite che è Cristo. Se metteremo le nostre nelle sue ferite, dal suo sepolcro vuoto ci invierà l’augurio vincente: “Beati voi…”.
Pasqua. Evento che spiazza per primi noi credenti in Cristo, Chiesa compresa. Sognavamo, dimenticando le scritture, un Salvatore restauratore, capace di azzerare tutti gli errori e le ingiustizie, di portarci sul trono della vittoria, di far splendere su questa terra l’atteso Regno di Pace, purché fosse il regno da noi sognato.
Il Messia atteso come un capo popolo politico, quindi. Pietro e gli altri discepoli, sconfitti per la sconfitta del loro Maestro, cadono in depressione. Sono così sgomenti da indurre tutti, uno alla volta, alla fuga ed al ritorno al loro orticello…
Ma ecco l’inversione di marcia. Pietro, salvato non dalla sua fede fallimentare, ma dalla evidenza dei fatti, accaduti davanti ai suoi occhi, comprese gli eventi della Pasqua di Cristo, e, con Cristo, risorse a vita nuova. Davanti a una enorme assemblea di popolo, Pietro, che forse non sapeva né leggere, né scrivere, ma, ripieno dello S.S., fece la sua prima omelia. Disse: “Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea: come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret… Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno. Dio volle che si manifestasse … a testimoni prescelti, cioè a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti”.
Ma chi è questo Pietro, che, con tanta decisione, annuncia a tutti, credenti e non, ebrei e pagani, il Cristo crocifisso, morto, sepolto e risorto il terzo giorno? Pietro è colui che, dopo tante promesse, lo rinnegò e, anziché seguirlo, aiutandolo a portare la croce, fuggì e si nascose in un luogo, noto solo ai suoi amici e alle pie donne. Pietro è quel tale che, al grido della Maddalena:” Hanno portato via il mio Signore”, pensò che si trattasse di un colpo di isterismo, dovuto alle terribili ore vissute in quei giorni disastrosi anche dalle coraggiose donne, la mamma di Gesù compresa. Per fortuna, per accontentare la Maddalena, corse con Giovanni alla tomba. Con stupore constatò che il sepolcro era vuoto, ma c’erano tutti i segni, non di un furto, bensì di un risveglio di chi, alzatosi, diligentemente riordina il letto.
A più riprese Pietro fu avvicinato da Gesù Risorto. Obbediente al comando del Maestro, Pietro per tutta la vita, predicò il Cristo crocifisso, morto e risorto. A quale scopo? Ce lo dice l’apostolo Paolo che ci dona la Pasqua di Cristo, così: “La vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Quando Cristo si sarà manifestato, anche voi apparirete con lui nella gloria”.
Me lo auguro. Ve lo auguro. Ce lo auguriamo con nelle orecchie la voce degli impellenti bisogni che stanno sotto i piedi di molti e davanti agli occhi di chi vuole e sa vedere. Possiamo risorgere! Dobbiamo risorgere! Con la virtù della speranza, Buona Pasqua.
Don Rinaldo Sommacal