Omelie

13 maggio 2012 - Pasqua VI

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ANNO B - 2012

Quanti insegnamenti e spunti di riflessione sgorgano dalle letture or ora proclamate.

Ricordiamo sempre che sono 'Parola di Dio’ e per di più quella scritta, dopo che Gesù inviò sugli apostoli e sulla Chiesa, in modo permanente e sempre attivissimo, lo Spirito Santo, l’ispiratore ed il garante della verità.

Cosa imparare dalla prima lettura che ci ricorda la visita di Pietro, il successore di Cristo, con gli stessi poteri di Cristo, infallibile nelle verità ricevute dallo Spirito Santo, ma pur sempre uomo come tutti, con la sua inconfondibile personalità?

Pietro è invitato a casa di Corneglio, un romano in autorità, ma è pagano, cioè figlio di un popolo idolatra.

Corneglio vuole conoscere e sentire Pietro ed essere catechizzato nella nuova religione cristiana.

Corneglio saluta Pietro come si saluta Dio.

Subito Pietro, per sé, ma anche per tutti i suoi successori, dal papa in giù, gli dice:”Alzati, anche io sono un uomo”.

Cosa imparare? La distinzione tra l’adorare Dio e venerare i santi vivi o defunti.

Mai nella Chiesa sostituire Dio con un santo, neppure con la madre di Gesù.

Il Dio di Gesù Cristo è l’Unico e non ci sono, né in cielo, né in terra, altri dei, quindi l’adorazione va solo rivolta a Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo.

Chi entra in questa fede nitida e immodificabile, entra nella vera Chiesa predicata da Pietro.

Questo fece Corneglio e la sua famiglia.

In forza di questa professione di fede, ecco il prodigio: discese su di loro lo Spirito Santo e, come in Maria generò Dio in un figlio d’uomo, così in Corneglio, e in quanti si convertiranno a Cristo, da qualunque specie e lingua derivino, attraverso il battesimo riceveranno lo Spirito Santo, che li farà diventare, da semplici uomini, membra del corpo di Cristo e, quindi, figli di Dio.

Il cristianesimo non è proprietà di nessuno, perché appartiene a tutti. Il cristianesimo è per sua natura cattolico, universale, qualunque sia colui che si fa cristiano.

A far scorrere l’anima nuova, che di tutti fa un solo corpo, non è il colore della pelle, ma è lo Spirito Santo che porta a tutti i suoi doni, che si riassumono e si personalizzano nelle tre virtù teologali: la stessa fede, l’amore vero verso tutti, nemici compresi, la speranza che dice a chi crede e ama: “Avrai la tua mercede. E il tuo premio sarà essere annoverato tra i figli di Dio, in modo inconfondibile, quando lascerai questa terra, dove appari visibilmente solo come un figlio d’uomo”.

Quale strada percorrere, per rendere attiva, nel quotidiano, questa identità cristiana che ci è stata donata gratuitamente nel battesimo e confermata, con il nostro consenso, nella Cresima?

Ce lo dice Gesù: “Come il Padre ha amato me, anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore , come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.

Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. Come capite, c’è di che riflettere e di che proporre al nostro modo di essere e di fare.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal