Omelie

Omelia del 1 gennaio 2011 - Capodanno

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CAPODANNO - ANNO A - 2011

Festa grande oggi, 'Urbi et Orbi', per il compleanno del mondo.
Noi terrestri, tra i più piccoli pianeti dell'universo, probabilmente abbiamo l'enorme ed unico privilegio di celebrare il triglionesimo (o giù di lì) anniversario della nascita del creato, quindi del tempo.

  • Se le orecchie della nostra intelligenza vogliono giustamente sentire la scienza raccontarci il 'quando' ed il 'come' del big-bang, la prima esplosione della materia, da anni oggetto dell'onerosa ricerca entro le viscere del laboratorio elvetico;
  • le orecchie della nostra fede, partendo dal fatto che il creato esiste e che non può esistere da sè, vogliono sentirsi dire una cosa certa: "Che, comunque e quando sia venuto, l'universo, a stretto rigor di scienza, non può venire dal nulla e per caso, ma richiede un Creatore la cui intelligente potenza superi infinitamente gli sforzi secolari della scienza umana, e la cui energia creativa sovrasti senza paragoni quella prodotta da tutti i laboratori riuniti, opera preziosa dell' ingegno umano, ma un goccia rispetto all'oceano divino".

Tutte le creature, inanimate ed animate, uscite da nulla in forza di un 'fiat', sono oggi invitate da noi a questa festa di compleanno.
Ben vengano tutte le innumerevoli ed incantevoli specie di vegetali e di animali che popolano i cieli, la terra, i fiumi, i laghi ed i mari.
Accorrano le legioni di angeli; con le loro musiche celestiali ci facciano cantare: "Santo, Santo, Santo il Signore dell'universo...".
Ma a presiedere l'inno di ringraziamento per il dono dell'esistenza, a nome di tutte le creature, a Colui che era, che è e che viene, siamo noi uomini. Composti di anima e di corpo, siamo il ponte naturale ed unico che unisce il mondo materiale e quello spirituale.
A questa festa di compleanno invitiamo tutti, credenti e non.
I credenti sentono prepotente il bisogno di far esplodere il loro grazie al Datore dell'esistenza, comunque lo si chiami, poiché tutto ciò che siamo ed abbiamo è strepitoso dono gratuito, coscienti dell'abissale differenza che c'è tra l'esserci ed il non esserci.
Scusiamo gli increduli ed i miscredenti non colpevoli, perché non hanno avuto la fortuna di incontrare dei saggi maestri.
Invitiamo anche l'ateo per scelta, che presume di sapere tutto, ma che nega l'esistenza della pietra d'angolo dell'universo: Dio, la Causa Prima ed Increata di quanto è oggetto della scienza.
Lo invitiamo a ravvedersi. Se non si converte a Dio, gli re-inviamo l'imperdonabile errore scientifico, generato non dall'intelligenza, ma dalla presunzione. Usando le facoltà ricevute gratuitamente in dono, afferma che tutto esiste, eccetto Colui che lo ha creato.
Mentre l'ateo tenta di spegnere la luce della vera sapienza, noi, illuminati da Colui che disse : "Sia la luce!", accendiamo la festa del compleanno, inviando sull'intero universo la perenne benedizione del suo Creatore, il Signore, il Dio unico e vero.
A noi, suoi ministri, il Signore ordina: "Voi benedirete così il creato: ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te, ti sia propizio... e ti conceda pace".
Ma non è tutto. Ecco il di più, che nessuno poteva immaginare.
Il Dio, l'Unico, il Supremo, che per essere felice non ha bisogno di noi, ci dice invece che non vuol vivere senza di noi.
Per passare da Creatore dell'universo a Padre nostro, chiese in sposa una vergine. Con il suo SI', fece sua figlia l'intera umanità.
La Chiesa, depositaria di queste verità rivelate, unisce alla festa del compleanno del creato la festa del compleanno dell'umanità che, per mezzo di Maria, madre di Dio, è rinata, nell'anno zero del tempo, figlia nel figlio di Dio.
Così l'apostolo Paolo, estasiato, scrive ai cristiani della Galazia, da poco convertiti dal giudaismo e dalle altre religioni:
"Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo figlio, nato da donna... perché ricevessimo l'adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio".
Cosa possiamo noi dire di più, oggi, anniversario di questi eventi che ci trascinano al loro interno come in un vortice paradisiaco?
Quanta pace in questi messaggi! Ripetiamo estasiati:
"Dio abbia pietà di noi e ci benedica. Su di noi faccia splendere il suo volto. Ti lodino i popoli Dio, ti lodino i popoli tutti!". Buon Anno!
Oggi e sempre.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal