Omelie
Omelia del 7 giugno 2009 - Ss.Trinità
SS. TRINITA' - ANNO B - 2009
Con questa liturgia, che bussa alle porte della Santissima Trinità, ci congediamo dalle solennità che ebbero per protagonista il Gesù della storia (Natale, Pasqua, Ascensione) e ci avviamo a meditare, contemplare ed incarnare il mistero del Gesù della fede, che ridiscese nella Chiesa in modo permanente per mezzo dello Spirito Santo. Come Dio divenne il Padre di Gesù, il figlio di Maria, per opera dello Spirito Santo, così la Chiesa diviene la figlia prediletta del Padre sempre per opera dello Spirito Santo, dando a Gesù un nuovo corpo detto "mistico".
E' con il sacramento del battesimo che lo Spirito Santo ci fa rinascere figli di Dio, quindi cristiani, quindi Chiesa, quindi nuovo corpo di Cristo.
Diventiamo cristiani adulti per mezzo degli altri segni sacramentali, che hanno nell'eucaristia il loro centro e la loro sorgente.
Queste riflessioni tolgono in parte i veli sul mistero che riguarda il progetto che Dio andò realizzando, a nostro favore, con la creazione.
Più Dio andò manifestando e realizzando il suo progetto a favore dell'uomo, più Dio andò svelandosi all'uomo.
Interroghiamo le scritture, quelle sicuramente ispirate da Dio.
Due sono le verità cardinali presenti in esse e che ci dicono qualcosa di enormemente grande di Dio e su Dio.
- La prima verità è una costante che penetra tutto l'antico testamento, sbarca rinvigorita nel nuovo e viene a noi come verità assolutamente inscalfibile e pietra d'angolo della vera fede.
Verità solennemente proclamata da Mosè, nel momento in cui il popolo di Dio doveva imparare a conoscere il vero Dio.
Disse Mosè al popolo, testimone oculare della mano forte con cui Dio prodigiosamente lo aveva liberato dalla schiavitù: "Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n'è un altro".
La verità, da conficcarci in testa, magari con l'ausilio di un pendaglio posto davanti agli occhi, per ricordala giorno e notte, sempre ed ovunque, senza mai venir meno a questa professione di fede è: Dio è uno; Dio è unico; si è rivelato ad Abramo, con l'intento di liberare l'umanità dalla piaga più nociva che ci possa essere, la piaga della idolatria, frutto della ignoranza o degli opportunismi. - Ma, ribadito anche nella nuova alleanza, inaugurata da Gesù, che Dio è uno solo ed unico, Gesù va oltre. Gesù non fa nessuna lezione teologica su Dio, poiché Gesù non è né un filosofo, né un teologo, né uno scriba.
Gesù apre di tanto in tanto le porte sul Dio in sé nel realizzare la sua missione. Ed ecco la sorprendente scoperta: Gesù, ad ogni piè sospinto, quando parla di Dio, lo chiama Padre. Lo fa con una naturalezza sconcertante.
Che Dio fosse unico e fosse onnipotente e onnisciente, anche i filosofi greci lo affermavano. Ma che Dio fosse Padre in senso proprio, nessun filosofo, nessun teologo, nessun fondatore di religioni lo aveva mai detto. Nel dirlo, Gesù si rivela Figlio, e non adottivo, ma per generazione. Se figlio, della stessa sostanza del Padre, quindi Dio. Afferma: "Io e il Padre siamo la stessa cosa".
Medesimi in natura, ma distinti come persone.
Dio, autogenerandosi, diventa Padre.
In quanto generato, Dio è Figlio, della stessa sostanza del Padre.
Sul fiume Giordano, le folle accorse sentirono una voce che disse: "Tu sei il figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento".
Gesù, preparando i suoi alla sua morte e dopo la risurrezione, alla sua ascesa al cielo, disse loro: "Non vi lascerò orfani. Vi manderò lo Spirito Santo, che vi insegnerà ogni cosa. Egli prende del mio e ve lo farà conoscere".
Gesù parla di un "Egli", distinto dal Padre e dal Figlio, lo chiama per nome: Spirito Santo. Non è un oggetto. E' una persona.
Dio, quindi, è famiglia. Ecco perché nel farci simili a Lui, Dio ci creò famiglia. Ogni famiglia è la più bella rivelazione di Dio uno e trino. La famiglia umana: l'icona della famiglia divina!
Il parroco: don Rinaldo Sommacal