Omelie

Omelia del 23 novembre 2008 - Cristo Re

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CRISTO RE - ANNO A - 2008

"Gesù Cristo Re dell'universo" titola questa domenica, che chiude l'anno liturgico iniziato con l'Avvento 2007.
Il Messia fu profetizzato, si presentò ed operò come Pastore, ma concluse rivelandosi Re.
"Dunque tu sei re?" gli chiese Pilato.
Ed egli rispose:"Tu l'hai detto".
Ma altrove aggiunse: "Il mio regno non è di questo mondo".
Non un re padrone, ma un pastore regale, totalmente a servizio del gregge. Vediamone le caratteristiche.

  1. Ezechiele traccia del futuro Cristo una precisa carta di identità, poi realizzatasi alla lettera. Il profeta non fa che trascrivere con parole umane, quasi sotto dettatura, quello che Dio gli dice di sé, in quanto promesso Messia.
    "Così dice il Signore" esordisce il profeta. E noi:"Cosa dice?".
    Vi dice quello che lui, in persona, farà, prima attraverso imperfetti pastori chiamati dal popolo, poi direttamente in carne ed ossa come Messia promesso.
    E' chiarissima una verità: abbiamo per Dio un pastore vero.
    Sarà esercitando tutte e sommamente bene, le qualità del pastore, che sempre più si rivelerà per le sue pecore un Re di giustizia e di pace. Il Dio di Gesù Cristo, e poi Gesù Cristo figlio di Dio, svela la sua strategia pastorale, che è e sarà per sempre la pastorale di chi crede in lui. Oggi tocca alla Chiesa incarnare e rendere presente l'opera del Pastore grande del Gregge.
    1. "Io stesso cercherò le mie pecore" dice il Signore.
      Di solito sono i sudditi che devono andare dal re.
      Noi abbiamo un re che si fa pastore e che eternamente "cerca".
      Non lo fermeranno le difficoltà, le delusioni, i tradimenti, le fughe, i complotti... Dio è perennemente alla ricerca di noi, uno ad uno. Questo è amore vero. Siamo noi gli amati da Dio, uno ad uno.
    2. "Le passerò in rassegna" continua il divin Pastore.
      Non è una "rassegna" tipo militare, per infliggere eventuali punizioni ai soldati imperfetti. Dio vuole avere un contatto personale con ognuno e di ognuno conoscere l'esistenziale situazione. Per fare cosa?
    3. "Le condurrò io stesso al pascolo e le farò riposare".
      Ecco cosa si propone il Pastore grande del gregge: non farsi servire, ma servire. Il pastore va in testa al gregge, non sta dietro come chi spinge a frustrate, ma come chi apre la strada giusta, indica l'erba migliore, scandisce i ritmi del fare e del riposare, prevede e provvede, previene i pericoli, paga di persona...
    4. Da ultimo dice: "Andrò in cerca della pecora perduta, fascerò la ferita, curerò la malata, avrò cura della forte...". Chi aveva ancora dei dubbi su chi è il nostro Dio, li faccia sciogliere con la neve al sole. Ecco chi è il Dio di Gesù Cristo, chi è Gesù, il Promesso, il figlio di Dio: una potenza inesauribile nelle mani della bontà infinita che si fa gaudio per i giusti, ma anche misericordia verso il povero, il debole, il peccatore, perfino l'ostinato ribelle.
      Il nostro Dio-Pastore non aspetta di essere cercato, ma precorre.
      Se tra il gregge c'è una presenza forte, capace di collaborare, Dio la valorizza, le chiede, la coinvolge, la responsabilizza, perché, una volta amata, diventi persona che ama, lasciando a Dio il compito di giudicare e di emettere sugli altri sentenze inappellabili.
  2. L'apostolo Paolo, in punta di piedi, si inserisce nel discorso di Cristo Re, dicendo che, sì, è re, ma si è conquistato il titolo sul campo, pagando al posto di tutti. Per salvare tutti dalla morte non dubitò lui stesso di subire la morte, per poi sconfiggerla e condurre tutto e tutti alla risurrezione finale.
  3. Cristo risorto, dopo aver dato tutto se stesso come pastore per le sue pecore, ritornerà come re giudice alla fine del mondo.
    Quale il giudizio finale? "Venite benedetti dal Padre mio, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare...".
    L'anno di grazia si chiude consegnandoci un lieto messaggio: anche voi che non conoscete Cristo o lo avete abbandonato o gli avete gridato "crucifigge!", volete entrare nella salvezza per la porta stretta? Se non siete capaci di amare Dio, che non vedete, cercate di essere buoni, misericordiosi e caritatevoli verso chi è nel bisogno.
    Il bisognoso è Gesù che si è fatto pecorella. Ricambierà salvando.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal