Omelie

Omelia del 5 ottobre 2008 - Per Anno XXVII

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PER ANNO XXVII - ANNO A - 2008

Quella della vigna è una delle immagini care al Dio di Abramo, ma ancor più al Dio di Gesù Cristo, al Dio che volle percorrere nei secoli tutte le tappe della sua dichiarazione d'amore a noi sue predilette creature.
Il rapporto vigna (noi) e vignaiolo (Dio) viene oggi presentato in forma di parabola, dal profeta Isaia e dal profeta dei profeti, l'uomo-Dio, Gesù, con sfaccettature diverse.
Entrambi aprono la parabola elencando in fretta, ma con parole sublimi e commoventi, i doni divini ricevuti dalla "vigna", per poi dilagare sulla disastrosa risposta della "vigna" stessa.
Il genere letterario della parabola, usato di frequente nella Bibbia, ha la capacità di parlare da sé e di rispondere alle più personali domande. Non sono necessarie particolari spiegazioni.
Torniamo alla parabola.
La vigna viene personalizzata e diventa la "Amata".
Fuori parabola la vigna è l'umanità.
Il linguaggio di Dio per la sua vigna è insolitamente tenero, dolce, affettuoso, rispettoso. E' il linguaggio dell'amante senza riserve che, senza riserve, attende di essere corrisposto.

  1. Vediamo la carta di identità della vigna.
    Chi è il padrone della "vigna"?
    Isaia lo personifica con un aggettivo qualificativo: il "Diletto". Forse è il protagonista del poema d'amore intitolato "Cantico dei Cantici".
    Gesù, invece, lo chiama semplicemente "un uomo".
    Il "Diletto" poeticamente canta la sua vigna e dice:
    non esisteva; la volli con passione. La piantai nella terra promessa: un meraviglioso giardino, l'Eden delle meraviglie. La posi al sicuro sopra una collina, fuori dai pericoli, da dove, sicura, poteva scrutare l'orizzonte, contemplare il cielo luminoso di giorno e costellato di stelle la notte e difendersi dai pericoli.
    Ne divenni il solerte agricoltore: la liberai dai sassi, la feci diventare fertile e feconda; vi piantai viti pregiate, protette da una torre.
    Il tino era pronto per la gioiosa ed abbondante vendemmia.
    Cosa raccolsi? Con mia dolorosissima sorpresa solo acini acerbi.
    Terribilmente deluso dissi:"Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non l'abbia fatto?".
    Al "Diletto" di Isaia fa eco l'uomo della vigna di Gesù.
    La piantò in terreno bonificato, la difese con una siepe, la attrezzò di un torchio, la protesse con una torre da ogni rischio esterno e la affidò a valenti contadini ben pagati.
    Mandò per il raccolto, ma vi trovò la rivolta dei salariati.
    Ai tentativi di riconciliazione, la malvagità degli operai, diventati usurpatori, crebbe fino alla uccisione del figlio del padrone.
  2. Fuori parabola. La vigna è l'umanità, il padrone è Dio.
    Ci ha arricchiti in sovrabbondanza.
    Ci visitò attraverso i profeti prima, infine per mezzo del figlio suo. Ci svelò il suo sogno: farci diventare la sua "Diletta".
    Ci arrivò attraverso mille attenzioni e delicatezze.
    Volle una sola vigna, ma con innumerevoli grappoli ed acini.
    Come rispose la sua "Diletta"?
    Invaghita della sua bellezza e potenzialità, divenne vittima dei suoi capricci fatti vizio; attirò a sè falsi amori; divenne infedele verso il suo "Diletto", arrivò a volte perfino a negarne l'esistenza. La vendetta di Dio fu terribile, sconcertante, perfino inesorabile.
    Noi la conosciamo: Dio alzò, via via, il prezzo del risarcimento.
    Non bastò il sacrificio, anche cruento, dei suoi fedelissimi come i profeti, i patriarchi, i semplici credenti ridotti ad un piccolo "resto", ma fedeli a Dio nella buona come nella cattiva sorte. India insegna! Torniamo a guardare lo sproposito d'amore, a cui il "Diletto" volle por mano, per risuscitare la vigna e renderla ancora degna di essere la sua Amata, risanata moralmente e fisicamente.
    Il prezzo è lì, appeso al legno della croce.
    Il prezzo è la passione e morte del figlio del Diletto.
    Dal suo fianco sgorga un fiume rosso: è il sangue dell'uomo-Dio che viene trasfuso nelle vene della vigna infedele. La risana, la rigenera, la divinizza, la rende degna della migliore vendemmia. Sarà la rinata sposa del Diletto che la unirà a sé per sempre.
    Personalizziamo la parabola: io la vigna! Dio l'agricoltore!

Il Parroco: don Rinaldo Sommacal