Omelie
Omelia del 14 settembre 2008 - Santa Croce
PER ANNO XXIV - SANTA CROCE - ANNO A - 2008
Oggi paramenti rossi, che,eccezionalmente, sostituiscono il color verde di questa lunga serie di domeniche del tempo ordinario.
Perché? Perché questa domenica coincide con il 14 settembre quando liturgicamente si celebra l' "Esaltazione della Santa Croce".
- Storicamente questa festa nacque in occasione del ritrovamento della croce di Gesù, sul monte Calvario, da parte della pia madre dell'imperatore Costantino.
Costantino fece edificare a Gerusalemme due basiliche: una sul Golgota in onore della Croce ed una a ricordo della Risurrezione.
La devozione verso la reliquia della croce fu fortissima in passato.
Oggi c'è una rilettura del significato delle reliquie. Si vuole portare la devozione non tanto sulle reliquie in sé, con il rischio di idolatria, ma in quanto sono un simbolo che porta a Cristo o ai santi, i veri protagonisti viventi delle nostre devozioni.
La Cattedrale di Belluno, da secoli, è in possesso di due insigni reliquie che riguardano la passione di Gesù: la santa Spina e un significativo pezzo della croce di Cristo, conservati entrambi nell'altare detto della sacra Spina. - Ma, al di là delle date più o meno storiche del ritrovamento del legno su cui fu appeso Gesù, altissimo è il valore salvifico che scende su di noi da Cristo e da Cristo crocifisso.
Questo è lo scopo della presente liturgia.
Sia le profezie che predissero i tempi messianici, sia la predicazione di Gesù, sia la sua personale esperienza, sia la predicazione apostolica pongono al centro della fede la croce. Prima di essere un simbolo, la croce è una dimensione indispensabile ed inalienabile della vita dell'uomo sulla terra. - C'è una strana contraddizione tra chi predica la croce per la salvezza e chi predica una salvezza per eliminare la croce.
- I primi, e con loro c'è tutta la ascetica cristiana, dicono che il paradiso è una cima splendente, da conquistare con la fatica dello spirito e con il sudore del corpo.
- I secondi, oggi con l'ausilio di tutti i mezzi di comunicazione, che sono di inaudita potenza, stanno facendo una campagna promozionale dove assicurano, con l'uso delle loro ricette, un presente fatto solo di gioie e di godimenti, deridendo la visione cristiana della croce.
Queste proposte fanno breccia tra i ragazzi e i giovani, ma anche gli adulti ci cascano; non pochi entrano in questo mondo, inseguendo i mezzi proposti: guadagno facile, incitazione al furto o allo spaccio, evasione fiscale, droga come strada al successo effimero, lo sballo, l'abuso delle bevande alcoliche, la ricerca del piacere fino alla profanazione del sesso, calpestando pure le vergini aiuole dei bambini con la pedofilia, ecc.
Il paradiso promesso ben presto si trasforma in un vero e proprio inferno, sia per chi si è lasciato adescare, sia per chi convive con tali persone e con gli intuibili conseguenti condizionamenti, che spesso sfociano nella disperazione. La amoralità è sempre stata causa del crollo delle civiltà.
- E' ora di ribellarsi a questa pseudocultura della felicità, favorita dalla caduta dei valori del vero umanesimo e degli ideali cristiani.
Non è questa la strada al paradiso. Allo sportivo vero non è difficile dire:"Vuoi la gioia della competizione? Non risparmiare le fatiche, piuttosto usale con saggezza ed intelligenza". A chi aspira ad una professione nobile e umanizzante, dico senza paura: "Non temere il sudore della fronte. Studia, impara, guarda, vedi, migliorati, fa tesoro di ogni esperienza, non avere paura della fatica e delle rinunce. Alla fine ti sentirai realizzato".
Gesù, che viene dal paradiso ed è la prova vivente che il paradiso vero c'è ed è alla portata di tutti, ci detta le condizioni per arrivarci. Ad ogni persona umana, ad ogni età, consegna quel programma di vita che fa di un nato da uomo un candidato al cielo:
"Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Là dove sono io, ci sarà anche il mio discepolo".
Gesù, la salvezza di tutti e di ognuno, è lassù, in alto, appeso al duro legno della croce. Un fiume sgorga dal suo cuore. Sono il sangue e l'acqua della salvezza. Chiave d'accesso? Le nostre croci.
Il Parroco: don Rinaldo Sommacal