Omelie
Omelia di domenica 29 aprile 2007 - Pasqua IV
PASQUA IV - ANNO C - 2007
Atti degli Apostoli narrano: "Paolo e Barnaba, attraversando Perge, arrivarono ad Antiochia di Pisidia... si sedettero...li esortavano..." E' uno dei tanti modelli del come vivere la vocazione cristiana. Il cristiano è una persona sempre in movimento. "Vi mando..." disse Gesù e continua a dircelo. Non sempre è un movimento fisico, ma non lo esclude. A volte può richiedere di lasciare padre, madre e casa per andare a predicare ai lontani il vangelo e generare fratelli nella fede. Ma è un movimento innanzitutto e soprattutto interiore. Una volta ascoltata la Parola di Dio e conosciuto il Dio di Gesù Cristo che vuole che ogni uomo si salvi, cioè che entri a far parte della divina famiglia, ricevendone la natura e godendone i frutti, il convertito, il credente, il battezzato riceve quel "io vi mando" e seriamente si chiede: "Da chi devo andare? E per fare cosa?".
- La prima terra di missione del cristiano è lui con se stesso. Non basta aver ricevuto il battesimo. Non basta essere cristiani all'anagrafe. E' assolutamente necessario che il cristiano sia il missionario permanente di se stesso: testa, cuore, mani. Se oggi la Chiesa deve con sofferenza e con tristezza fare una constatazione è questa: troppi cristiani, battezzati per consuetudine, causa l'ignoranza hanno smarrito la loro identità e si comportano come i pagani. Fino a qualche tempo fa per sentirsi e dichiararsi cristiani bastava nascere in una famiglia cristiana, in un paese cristiano, in una nazione cristiana. Anche l'aria che si respirava era intrisa di tradizioni cristiane e si viveva un cristianesimo di rendita. Questo terreno incolto ha favorito l'insorgere dell'indifferenza in molti, dell'assenteismo in altri, dello scetticismo negli intellettuali, della ribellione in chi, non avendo convinzioni, si chiede perché deve essere cristiano in forza di scelte fatte da altri. Ecco la necessità di recuperare, e quanto prima, l'evangelizzazione di noi stessi, se vogliamo di nuovo stupirci e stupire davanti alla grandezza della vocazione cristiana. Cristiano! Gesù ti manda a casa tua. Togli dagli scaffali la ammuffita Parola di Dio, leggila e scopri chi sei e a quale sorte il tuo Dio, il Dio di Gesù Cristo, il Cristo che è in te fin dal fonte battesimale, ti ha predestinato!
- La seconda terra di missione, una volta scoperta ed evangelizzata la prima, è il resto del mondo che sta fuori di noi e attorno a noi, cominciando dai più vicini. Gesù lo chiama:"Il prossimo tuo".
- Non è forse vero che, anche nel cuore delle nostre famiglie tradizionalmente cristiane, si prega poco, si parla poco o niente di Dio, non si sa di essere Chiesa domestica e che, come tali, si deve pensare, parlare ed operare? Quindi, la prima terra di missione a cui Gesù ci "manda", dopo il nostro io, è la nostra famiglia.
- Ma non dimentichiamo che oggi il Gesù che "manda" è il Gesù della Chiesa. Da chi andrà il singolo cristiano per attingere sicurezza nelle verità? Chi dirà cosa e come deve essere una famiglia cristiana? Questo è il compito della Chiesa locale, del vescovo, del parroco, della comunità cristiana, della parrocchia, del gruppo, delle liturgie domenicali che sono altare e sacrificio, ma anche cattedra e insegnamento. Volesse il cielo che oggi, tutti fossimo investiti da questa voglia di essere missionari! Allora le zolle della nostra vocazione cristiana, individuale e comunitaria, si lascerebbero arare dalla Parola di Dio che è Gesù e vedremmo rinnovarsi il volto cristiano della nostra cara Belluno, della nostra amata Italia, dell'Europa, della Chiesa universale che andrebbe alle altre religioni con una proposta di confronto e di dialogo così bello, ricco, altruista, generoso da far scaturire il bisogno di mettere in comune tutto ciò che onora Dio ed eleva l'uomo e la convivenza. Molti possono essere gli ovili, ma unico il Pastore: Gesù Cristo. Allora qualcuno dei nostri giovani tornerà a sentire l'invito di Gesù: "Tu vieni e seguimi. Ti farò pescatore di uomini".
Il Parroco: don Rinaldo Sommacal