Omelie

Omelia di domenica 22 aprile 2007 - Pasqua III

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PASQUA III - ANNO C - 2007

  1. Dalla notte di Pasqua fino ad oggi, tutte le liturgie sono state una proclamazione ed una contemplazione di Cristol Risorto.
    Due poli hanno caratterizzato le letture, scelte per celebrare la Pasqua del Signore: da una parte il Risorto, le sue curate apparizioni e i messaggi da lui inviati a noi, perché avessimo da accogliere l'evento, che fonda la nostra fede, basato su testimonianze assolutamente credibili; dall'altra la carellata delle reazioni di quanti furono raggiunti dalle apparizioni di Cristo risorto: sbigottimento, paura, stupore, meraviglia, commozione, pianto, gaudio, gioia, correre a dirlo, correre per vedere, guardare, toccare, uscire dal dubbio, entrare in una esperienza che cambia la vita...
    La Pasqua di Cristo non è un evento solo da ricordare, ma da rinnovare, in ogni tempo, in ogni luogo, purché la si cerchi, la si creda, la si celebri, rendendo veramente presente il Risorto.
  2. Come reagirono gli scettici, i nemici di Gesù, coloro che, in nome della loro religione, lo avevano condannato a morte?
    O si convertirono a Cristo davanti alle schiaccianti prove della sua divinità, come Nicodemo, come Saulo, come tanti altri; o si ostinarono a condannarlo, perseguitando i suoi discepoli.
    Prima pagarono le guardie, testimoni oculari della risurrezione di Cristo, perché avessero da affermare il falso, poi misero in carcere Pietro, ordinarono ai discepoli di non parlare di Gesù, scatenarono una persecuzione violenta contro i seguaci di Cristo che, come Cristo, non opposero resistenza, ma seppero affrontare con coraggio e fede nel Risorto anche i processi e le condanne a morte.
  3. Come risposero gli apostoli e in particolare Pietro, il successore di Gesù?
    E' incredibile la figura di Pietro: pentito amaramente per averlo rinnegato, fu riconfermato da Gesù in riva al lago come suo successore. Alla triplice domanda "mi ami tu" Pietro, memore del triplice "non lo conosco", per tre volte disse:"Signore tu sai tutto, tu sai che io ti amo".
    Condotto davanti al Sinedrio, perché accusato di predicare Cristo Gesù, Pietro ebbe il coraggio di rispondere al sommo sacerdote: "Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini".
    Rinfacciò alle autorità religiose la colpa di non aver riconosciuto in Gesù di Nazaret il promesso Messia e di averlo messo a morte.
  4. Pietro, nel suo intervento davanti al Sinedrio, ci dice cosa deve fare la Chiesa sia al suo interno, che nei rapporti con le varie autorità religiose e politiche, senza lasciarsi condizionare o dagli osanna o dai crucifigge.
    La Chiesa oggi è la presenza e la voce di Gesù.
    In fatto di princìpi Gesù fu categorico e intransigente. Li troviamo in gran parte proclamati nel discorso della montagna. In fatto di rapporto pastorale con le singole persone, bisognose di comprensione e di misericordia, l'esempio classico del comportamento di Gesù lo troviamo con la donna, colta in flagrante adulterio. Le disse Gesù:"Neanch'io ti condanno. Va e d'ora in poi non peccare più".
    Se la Chiesa tenesse un magistero più politico che dottrinale, certamente commetterebbe un'ingerenza indebita.
    Questo errore qualche volta nel passato è avvenuto.
    Giovanni Paolo II si mise in ginocchio davanti alla storia e chiese perdono a Dio e agli uomini per tutti gli errori commessi dalla Chiesa di Cristo, fattadi Spirito Santo, ma anche di uomini.
    Ma la Chiesa è altresì depositaria delle verità rivelate che illuminano anche le fondamentali verità naturali a cui ogni istituzione e legislazione umana deve ispirarsi.
    Quando qualcuna di queste verità viene insidiata da certe correnti di pensiero, la Chiesa non solo può, ma deve difendere quelle verità che potrebbero essere ferite, lacerate, tradite da certe scelte culturali prima e politiche poi, anche a costo di incomprensioni e di persecuzioni. Verità nel magistero.
    Misericodia nella pastorale.
    Mentre invochiamo una coraggiosa pastorale ricca di comprensione verso i deboli, dichiariamo fedeltà al magistero della Chiesa.

Il Parroco: don Rinaldo Sommacal